Recupero materiali edili da demolizione in Italia
In questo articolo scopriamo come è strutturata la regolamentazione del recupero materiali edili da demolizione in Italia, e il loro futuro riutilizzato.
Il recupero di inerti permette la trasformazione dei materiali, trattati come rifiuti, che opportunamente trattati possono essere immessi nel circuito dei nuovi materiali e riutilizzati dall’industria edilizia a tutela delle risorse naturali e l’ambiente.
La regolamentazione del recupero materiali edili da demolizione in Italia
La normativa di riferimento al recupero materiali edili da demolizione in Italia è il Decreto Legislativo 152/2006 che indica e disciplina le “Norme in materia ambientale”, poi modificato e integrato; il decreto indica le responsabilità per lo smaltimento dei materiali edili da demolizione che è in capo al produttore delle macerie, che è quasi sempre un’impresa, stante la pericolosità e la complessità di una demolizione.
L’osservanza della normativa italiana ha portato grandi benefici alla pratica del recupero dei materiali edili da costruzione provenienti dalle demolizioni, infatti ad oggi in Italia è stato raggiunto e superato l’obiettivo fissato in sede europea con percentuali di recupero e riciclo di oltre il 70% dei materiali conferiti.
Gli impianti di recupero materiali e la loro scarsità
Il risultato è importante ma il dato non si presenta omogeneo su tutto il territorio nazionale, persistendo in determinate aree geografiche l’insufficienza se non la mancanza totale di impianti di recupero che di fatto continuano a generare accumuli di materiale inerte di rifiuto che viene smaltito in parte in discariche autorizzate in parte in maniera illecita e penalmente sanzionabile.
E’ intuitivo che per favorire quella che oggi va sotto il nome di “economia circolare” bisogna dotare di nuovi impianti le regioni che soffrono per la loro mancanza in relazione al rifiuto prodotto.
Occorre perciò che i governanti si facciano parte diligente per incentivare la realizzazione di nuovi impianti di raccolta e riciclo inerti tali da indurre il pensiero collettivo e quello degli addetti ai lavori che il recupero è indispensabile ed il prodotto è di qualità e degno di essere riutilizzato con fiducia e soprattutto a salvaguardia delle risorse naturali.
Il riciclo dei materiali e le sue fasi
Un contributo, non esaustivo, ma di semplice soluzione si è realizzato con gli impianti mobili e mulini di frantumazione che però restano limitati alle necessità di cantiere con il riuso del solo materiale prodotto che di fatto non diventa mai rifiuto.
Il riciclo dei materiali assume la distinzione di “primario”, “secondario” e “terziario”.
Il trattamento primario altrimenti detto riuso è quello che viene riutilizzato direttamente nel cantiere che lo ha prodotto ed è il trattamento con minore impatto ambientale e vantaggioso economicamente; il trattamento secondario che sottopone il materiale ad un processo meccanico con calo della quantità di rifiuto; il trattamento terziario richiede un trattamento chimico che tende a ricostituire le caratteristiche del materiale originario.
I trattamenti a cui si sottopongo i materiali recuperati
I rifiuti che gli impianti di trattamento acquisiscono e provenienti da demolizioni edilizie devono subire le procedure dettate dalle normative vigenti in materia.
Il primo trattamento è quello della separazione tra materiali diversi.
La fase successiva è quella della frantumazione in frantoio per ridurre le pezzature da grandi a medio/piccole o del diametro desiderato in base al mercato o alle richieste.
Il riciclaggio ha anche dei vantaggi per il produttore delle macerie che lo conferisce a costi limitati; ha vantaggi per il gestore dell’impianto di trattamento che può immettere sul mercato il materiale trattato da riciclare in vari ambiti lavorativi; è vantaggioso per l’acquirente in quanto a prezzi calmierati può disporre di un materiale con caratteristiche simili a quello originario; per ultimo, ma non ultimo, e non ci stancheremo mai di dirlo, il vantaggio inestimabile per gli abitanti del pianeta Terra di garanzia della tutela delle risorse naturali.